Carnesecchi: "Se il mister ti dà una maglia non è per sempre"

15 Febbraio 2024
- Di
Viola Meacci
Categorie:
Marco Carnesecchi Atalanta Musso intervista
Tempo di lettura: 2 minuti

CARNESECCHI ATALANTA MUSSO INTERVISTA - Dopo un breve momento di alternanza, Marco Carnesecchi sembra essersi preso il posto da titolare in casa Atalanta, tanto che il compagno Musso avrebbe cercato nuove vie nel calciomercato invernale. Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, l’estremo difensore azzurro ha trattato, in un’intervista, la questione e si è spinto oltre con altre dichiarazioni in merito alla Dea e al suo sogno in Nazionale. Ecco le sue parole.  

Atalanta, le parole di Carnesecchi su Musso

“Non ero abituato, ma era giusto: Musso è un grande portiere e stava facendo bene. Facciamo un mestiere complicato, è un ruolo che ha bisogno di misure, certezze: non è stato semplice, ma ora ho un’esperienza importante in più nel mio bagaglio. Riconquistare Gasperini? Non credo di averlo fatto ancora. Se il mister ti dà una maglia non è per sempre, se non lavori bene e sempre. Non ti fa mai accontentare: mi sento un giovane molto fortunato ad essere allenato da lui”.

Lo stato di forma attuale dell’Atalanta

“Di sicuro sta accadendo che l’Atalanta se la giochi con le big. Io, ancor più che pronto, mi sento orgoglioso di essere il suo portiere, e dunque felice, perché vuol dire che sto lavorando bene. Sentirsi solo pronto ti può far frenare, sentirsi felice ti dà forza per giocarti bene le chance che ti danno»

Il ritorno a Bergamo

“La prima scossa me l’ha data il direttore D’Amico: è venuto a cena a Cremona, abbiamo chiarito un po’ di cosette del passato, mi ha fatto sentire quanto l‘Atalanta voleva che tornassi. La seconda il mister: “Marco, ora che sei qui giocati bene le tue carte”. Il rinnovo? Grende segnale di fiducia del club, ma me l’hanno sempre fatta sentire, in realtà. Il giorno che ho firmato, mi è tornata in mente quella telefonata del mio procuratore, gennaio 2017, ero un ragazzo del Cesena: “Domani andiamo a Bergamo, ti prende l’Atalanta”. E sono stato felice non solo per me, ma anche per i miei genitori che mi hanno sempre aiutato: un premio per me, ma pure per loro”.

Sogno Europeo

“Quello che è da quando sono piccolo: un obiettivo. Il sogno, adesso, è essere convocato per l’Europeo”.

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