
Un cambio tecnico così profondo, a Bergamo, non succede spesso. Lo ricorda lo stesso Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta, che parla di “decisione dolorosa” e di un contesto straordinario che ha portato all’esonero di Ivan Juric e all’arrivo di Raffaele Palladino. Il dirigente, in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ricostruisce i passaggi chiave di una scelta complessa, dall’addio improvviso a Gian Piero Gasperini fino all’analisi delle recenti prestazioni in campionato, giudicate non più sostenibili per un club che ha costruito la propria identità sull’intensità e sul coraggio.
"Dopo un accadimento straordinario. Siamo un club abituato a lavorare molto e a tacere, ma da 16 anni prendiamo ogni giorno decisioni su investimenti sulla squadra e strategie di mercato e ci prendiamo responsabilità. E in 16 anni è solo il secondo cambio di guida tecnica. Scelta umanamente molto dolorosa, la decisione che mi è pesata di più da quando sono dirigente: Juric è un professionista serio e credo anche che non se l’aspettasse. Ma mentre l’Atalanta in Champions è in una buona posizione, in campionato, soprattutto nell’ultimo mese, ci ha preoccupato il trend negativo delle prestazioni, dunque dei risultati: decisivo nelle nostre riflessioni. E prestazioni per noi vuol dire anzitutto un atteggiamento che l’Atalanta non può permettersi di non avere. C’erano state avvisaglie negative a Cremona, confermate a Udine e con il Sassuolo, davanti ai nostri tifosi.
La scelta Juric è stata molto ponderata, quando ci siamo trovati di fronte ad una situazione inaspettata: dover scegliere un nuovo allenatore".
"Il dialogo con Gasperini su contratto e squadra si è protratto per tutto l’ultimo mese di campionato, tutti i giorni. Tutto faceva pensare a una sua permanenza, solo il martedì dopo l’ultima partita abbiamo appreso la sua volontà di separarci, assecondata con rammarico. E abbiamo incontrato possibili candidati solo dopo questa presa di coscienza".
"Chiunque avessimo scelto, avrebbe avuto difficoltà e vissuto il confronto con il passato. L’input su cui abbiamo lavorato, e l’avevamo ricevuto assolutamente anche dalla squadra, era mantenere una filosofia di lavoro, a cominciare dall’intensità, dall’alto valore dato al lavoro: nulla da rimproverare sotto questo punto di vista a Juric, ma negli ultimi tempi non hanno funzionato altri meccanismi".